Don Giovanni: – Finalmente nella botola ci cade chi sta a guardare!


Giusto! all’inferno ci va chi sta a guardare. Esclusi i presenti, naturalmente, il pubblico che fin dall’inizio è stato chiamato a partecipare o cmunque a guardare, come si sarà sentito? Non importa, la prima alla Scala quando è così, è perfetta. Il regista è un genio, dall’inizio alla fine, per caso vive in Italia? non credo, ha capito, ha riportato quelle intuizioni di cui abbiamo bisogno. Proprio li a Milano, proprio li, dove tutti stanno a guardare. Ma vuoi vedere che lo spettacolo era al posto giusto nel momento giusto.
Il Don Giovanni di stasera l’ho ascoltato prima alla radio in diretta, poi l’ho guardato in differita, non sono in grado di dare valutazioni sulla direzione musicale, ma al primo ascolto ho sentito un certo sforzo nel canto. Poi guardandolo ho capito, per Donna Anna e Don Giovanni cantare rotolandosi sul letto deve essere stato molto faticoso! Non so se è una coincidenza ma nel punto di Or sai chi l’onore tante sedie sul palco e loro vestiti anni ’50 non è una citazione di “Kontakthof” by Pina Bausch? Questo Don Giovanni mi ha conquistata minuto dopo minuto, anche la scenografia che all’inizio non mi sembrava particolarmente interessante, si è rivelata giusta, nello spazio, in totale armonia con la regia. Gli interpreti su quel palco erano nudi e felici e quel finale con l’immagine della Scala e il suo pubblico che li stringe in un abbraccio perverso è stata l’ultima acuta intuizione. Una sensazione un po’ Eyes Wide Shut. Da CasaCris questo è tutto.

p.s. più ci penso e più mi suscita riflessioni. L’ultima: arena e gladiatori, vince il più forte, il più scaltro. Non c’è evoluzione siamo sempre li, fermi a millesettecento anni fa.

Direttore
Daniel Barenboim
Regia
Robert Carsen
Scene
Michael Levine
Costumi
Brigitte Reiffenstuel
Luci
Robert Carsen e Peter Van Praet
Coreografia
Philippe Giraudeau